sabato 26 novembre 2011

L'immaginazione al potere - i disegni di Marco Manzella


L’immaginazione al potere
di Giorgio Lagomarsino

Immaginiamoci di avere un foglio nero davanti a noi.
Immaginiamoci di poterlo riempire: a differenza che su una superficie chiara non si tratta semplicemente di  riempire uno spazio vuoto ma di trarre dal buio la luce, di far emergere dall’oscurità forme e colori.
Così opera Marco Manzella nei suoi ultimissimi lavori su carta. Se i disegni americani a penna nascono come raffinatissimi appunti di viaggio, poi raccolti nel catalogo Drawings del 2003, ora la personalità creatrice dell’artista ha deciso di lasciarsi andare a campiture e gesti più liberi ed immediati che plasmano cromaticamente la realtà. Veri i paesaggi, veri i luoghi ed i riferimenti, vere le persone, ma il tutto viene rigenerato attraverso una scelta di colore piuttosto inusuale per l’artista, accostamenti azzardati che quasi sfalsano le proporzioni tra lo sfondo ed i protagonisti.
Se qualcuno aveva giudicato lo stile di Manzella rivolto al passato nei disegni non può non notare la sua vicinanza con la cultura figurativa più recente, quella dell’illustrazione, del fumetto e del cartone animato. Come nelle migliori autori (si pensi a Tullio Pericoli, Lorenzo Mattotti, Guido Pigni o a Sylvain Chomet regista di Appuntamento a Belleville e L’illusionista), Manzella sa riempire di poesia i luoghi e cogliere l’ironia delle situazioni. E non è un caso che uno dei dipinti del Novecento che l’artista ha più a cuore sia il gattone che mangia seduto al tavolo dipinto da Balthus per il ristorante La Mediterranée.
Tutti i disegni di luoghi sono frutto di viaggi e visite dei posti ritratti. Come nel 2002 l’esperienza del soggiorno statunitense fu determinante nella svolta degli esterni urbani dei sui dipinti, ancor oggi il viaggio è per lui sia uno stimolo visivo – le rocce colorate di Creta – che un impegno professionale nell’interpretare la persona in contesti molto diversi – il turista corpulento che scatta fotografie, chi attende l’inizio del Palio o la folla nel centro di Dublino, ad esempio. Chi conosce quei posti si ritrova sempre nei disegni di Marco Manzella.
Ma bisogna ritornare all’inizio, alla scelta della base scura dei suoi coloratissimi pastelli. Manzella non solo disegna ma plasma la luce, dato che il buio è assenza di colore, e sceglie cosa far emergere dalle ombre, dettagli e momenti che diventano protagonisti assoluti di un luogo.

 “E luce fu”.

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