MONTAGNE
Marco Manzella è uomo di mare, nato di fronte al Tirreno e lì tornato dopo parecchi anni; eppure sono le montagne le protagoniste delle sue ultime opere. Montagne appuntite, potenti quinte naturali che racchiudono le scene dei suoi quadri, asperità che si appoggiano sul terreno obbligandoci a fermarci o a seguire un unico certo varco che può portarci verso l’orizzonte. Possenti e verdi come un essere palpitante che ci accoglie nel suo grembo nelle geniali invenzioni del tema del Belvedere: una figura femminile solitaria circondata da un verde anfiteatro morenico osserva e partecipa al silenzio, una nuova forza pronta a spiccare il volo. Non c’è tragedia, non c’è la sottomissione della natura da parte dell’uomo, non incombe nessuna minaccia, Marco Manzella è lontanissimo dall’afflato dell’arte romantica dei paesaggi di David Kaspar Friedrich. Un buon libro è il compagno ideale con cui mi immagino all’interno di questo spazio magnifico.
I versanti si avvicendano bagnati dai raggi del sole (che però mai appare direttamente nei suoi quadri) o dall’ombra colorata della luce del tardo pomeriggio. Dove batte il sole la sostanza boscosa dei loro fianchi è fatta di finissimi tratteggi, linee chiare e sottili che danno profondità alla scena. Sopra le cime si stagliano sempre delle piccole nuvole che con le loro forme morbide e tondeggianti sembrano sfidare le punte aguzze delle rocce. Come in una tersa giornata primaverile sulle Dolomiti o sulle Apuane.
Come in una musica in cui le pause sono fondamentali i colori vivaci di Marco Manzella si accompagnano ad un senso di nostalgia, un vuoto che pervade il paesaggio come un silenzioso palcoscenico senza attori. “Solo e pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi tardi e lenti“ mi viene da pensare guardando i piccoli paesaggi che non si discostano poi tanto da certe predelle trecentesche che avrà visto anche Petrarca, con montagne di rocce azzurrine e colline in terra d’ombra. Come allora il paesaggio contemporaneo di Manzella serve da cornice per far risaltare la personalità del suo autore. Silenzio e introspezione.
Giorgio Lagomarsino, 2011
Complimenti davvero , è una bellissima recensione. Ho avuto modo di vedere i lavori di Manzella dal vivo e credo che abbia azzeccato e filtrato bene il messaggio insito.
RispondiEliminaMontagne vivide e verdi, fiamme di fuoco ridenti e solide, maestose e piene di guizzo.
RispondiEliminaGrazie a tutti. Le montagne continuano, spesso circondate dall'acqua.
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